terapia antibiotica per morsi di zecca

Malattie da puntura di zecca: come riconoscerle e come intervenire

Le zecche sono spesso erroneamente definiti insetti, in realtà sono artropodi della classe di aracnidi (come scorpioni e ragni) e dell’ordine di aracnidi. Ne esistono diverse specie, ed alcune di esse (quelle Ixodes) possono trasmettere delle malattie pericolose.

Come riconoscerle:

Sono di dimensioni molto piccole (a volte di pochi mm) corpo appiattito di forma ovale e ben 8 zampe.

Maschi e femmine sono di colori diversi, marroni i primi e grigie le seconde. All’apice del corpo troviamo il cosiddetto gnastoma (dove è allocato l’apparato buccale) insieme all’ipostoma, con i piccoli denti che fanno ancorare l’animale alla vittima.

Si possono suddividere in due grandi gruppi: il primo, quello più pericoloso è provvisto di una specie di scudo sopra il dorso, viene denominato Ixodidae conosciute volgarmente come zecche dure; il secondo gruppo è costituito dalle Argasidae dette anche zecche molli visto che sono senza protezione sul dorso.

Vivono circa due anni e hanno poca specificità nella scelta delle loro potenziali vittime. Essendo parassiti ematofagi, con un sistema boccale succhiatore e pungente, possono infestare sia animali selvatici che domestici. Normalmente possiamo trovarle su animali del bosco come: lepri, cervi, volpi, uccelli e piccoli roditori. Non disdegnano l’uomo o gli animali domestici.

Le loro zone di sviluppo e riproduzione sono ambienti umidi e con vegetazione abbondante.

La puntura di zecca: come avviene e rischi da evitare

La maggior parte delle punture avviene in primavera/estate quando le zecche si svegliano dal loro letargo. Si posizionano all’apice di rami e fili d’erba, attaccandosi immediatamente allo sfioro di un animale.

Quando arrivano all’epidermide emettono una sostanza anestetizzante che permette al parassita di morsicare la vittima senza che essa si accorga di nulla; rimangono attaccate all’ospite per alcune ore o per alcuni giorni fino a quando, completamente sazie, si lasciano cadere a terra abbandonando l’ospite.

Nella maggior parte dei casi questo tipo di punture passa completamente inosservata perchè come abbiamo detto, l’anestetico la rende indolore.

Il rischio maggiore soprattutto per l’uomo è che il parassita, nutrendosi del sangue di animali infetti possa essere portatore di micro organismi patogeni, veicolandoli verso i nostri animali o verso di noi.

Una puntura può generare gonfiore e infiammazione e può dare luogo a delle vere e proprie eruzioni cutanee.

Le malattie gravi che possono derivare da una puntura di zecca

In alcuni casi (non tutti) questi parassiti possono trasmettere malattie gravi, come:

  • Borelliosi (o malattia) di Lyme: viene trasmessa attraverso uno specifico batterio (Borrelia burgdorferi) che spesso si trova sui roditori o altri animali selvatici come volpi e merli. Ha inizio con una eruzione cutanea di color rosso vivo che andrà ad espandersi. Si manifesta in qualche settimana con sintomi come mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodi, brividi e spossatezza, con dolori articolari e muscolari. Va diagnosticata il prima possibile perchè questa malattia oltre a dover essere curata con antibiotici, va ad intaccare il sistema nervoso e può provocare anche la morte.
  • Ehrlichiosi: si tratta di un decorso a ciclo acuto di una infezione batterica causata da un batterio della famiglia delle rickettsiaceae. Dopo circa 1-3 settimane dalla puntura arrivano i disturbi simil influenzali con nausea, dolori muscolari, vomito, cefalea, perdita di peso e malessere generale. Si alterano alcuni parametri del sangue (diminuiscono i globuli bianchi, si alzano le transaminasi e le piastrine in circolo). Spesso si manifesta un esantema (molto simile al morbillo); con la corretta terapia antibiotica la malattia evolve positivamente con completa remissione. In caso di pazienti anziani possono derivare complicazioni renali, encefaliche o vascolari.
  • Rickettsiosi o febbre bottonosa detta del Mediterraneo: Si riconosce perchè caratterizzata da alcuni giorni di febbre e successivamente la puntura si trasforma in una piccola ulcera attorniata da un alone rosso. Nelle zone mediterranee è presente su molti animali domestici e non come conigli e cani, ma anche su ovini, bovini e caprini. I sintomi si manifestano a circa 1 settimana dalla puntura e sono simili all’influenza: malessere generale, febbre, stanchezza e mal di testa. Normalmente gli esiti della malattia sono benigni: con una terapia antibiotica adeguata si va in guarigione completa. Solo in alcuni casi possono nascere complicazioni nervose, renali o cardiovascolari.
  • Encefaliti di tipo virale (TBE): può essere confusa con una semplice influenza, visto che i sintomi con febbre, dolori muscolari e mal di testa sono del tutto simili. Tende a manifestarsi 1-2 settimane dopo il morso e coinvolge spesso in modo irreversibile il sistema nervoso. In molti casi è necessario un ricovero ospedaliero e in alcune zone di paesi a rischio vengono somministrati dei vaccini specifici.

Esistono purtroppo anche altre malattie legate alle punture di zecca (molto meno diffuse nel nostro paese):

  • Borrelliosi o febbre ricorrente: viene trasmessa da zecche e pidocchi e la troviamo anche in Italia (Friuli, Trentino e Puglia). L’incubazione della malattia è da 1 a 2 settimane, va curata con terapia antibiotica e normalmente va in remissione benigna. I casi più gravi si trovano in persone anziane o con altre patologie già in corso.
  • Babesiosi: malattia con sintomi simili alla malaria, incubazione da 1 a 4 settimane. Se non curata in tempo con farmaci specifici anche antimalarici può portare alla morte.
  • Febbre dei conigli o tularemia: trasmessa non solo dalle zecche ma anche da pulci e tafani, si manifesta in 1-2 settimane ed è necessaria una terapia antibiotica che nella maggior parte dei casi porta alla guarigione completa. Questa malattia si può contrarre anche consumando carni di animali infetti poco cotte o dall’assunzione di acqua contaminata.

Cosa fare quando ci si accorge di essere stati punti da una zecca

Se l’animale è ancora attaccato alla cute rivolgersi ad un medico che la estrarrà con una pinzetta sottile, ma senza schiacciarla e senza utilizzare sostanze che possano indurre un “rigurgito” dell’animale, il quale potrebbe aumentare le possibilità di contagio.

Evitare il fai da te e l’assunzione di farmaci “preventivi” se non c’è la presenza di alcun sintomo.

Una volta estratto il parassita sarà necessario disinfettare la ferita con acqua ossigenata, iodio o alcool. Nei giorni successivi se compaiono sintomi quali febbre, mal di testa, debolezza o dolori muscolari ed articolari sarà necessario avvertire il medico o andare in pronto soccorso.

Come prevenire la puntura di zecca

Quando ci si reca in zone boschive o con erba alta il consiglio è quello di coprirsi il più possibile con pantaloni e maniche lunghe, calze, scarpe chiuse e cappello. Prediligere i colori chiari (per identificare eventuali insetti o parassiti facilmente). Evitare di sedersi in punti dove l’erba è alta o sono presenti molti cespugli.

Risultano molto utili i repellenti per insetti simili a quello per le zanzare ma a base di permetrina e deet.

Al termine della vostra escursione, ispezionare le zone del corpo più a rischio: braccia, gambe (retro ginocchio) e nuca. Gli abiti, se si è raccolta una zecca, andranno lavati a 60°.

Se avete degli animali domestici, controllateli periodicamente nelle zone a rischio (testa, collo e zampe) e difendeteli con prodotti specifici repellenti. Ricordate di controllare anche cucce e tappetini.