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SEO fai da te? 5 buoni motivi per assumere un consulente

Chi non vorrebbe essere primo su Google? Che tu abbia un blog o un sito vetrina o un e-commerce è fuori di dubbio che ottenere un buon posizionamento sul motore di ricerca possa aiutare ad incrementare contatti e conversioni.

Dopotutto, come suggeriscono le ricerche quasi il 91% degli utenti si ferma sulla prima pagina dei risultati di ricerca evitando di proseguire oltre. E i primi tre risultati raccolgono oltre il 70% dei clic. Tutti buoni motivi per puntare sulla SEO e cercare di posizionare il proprio sito rispetto alle parole chiave più importanti e produttive.

In effetti, se la SEO fai da te in certi casi può portare i suoi frutti, in generale è consigliabile rivolgersi ad un consulente SEO. Ma per quale motivo? Eccovi 5 buone ragioni per evitare il fai da te, almeno in certe situazioni.

  1. Settori molto competitivi e “affollati”. L’ottimizzazione on site può effettivamente aiutare a posizionare il proprio sito ma, generalmente, ciò avviene rispetto a parole chiave di tipo long tail (formate, cioè, da più di 4-5 parole) e, soprattutto, a bassa competitività e volume di ricerca. Cosa vuol dire? Semplicemente che sarà più facile posizionarsi con chiavi poco ricercate e che, quindi, porteranno a ricevere meno contatti, rispetto a keywords più competitive e con un gran numero di ricerche. L’ottimizzazione on page è un’attività che può certamente portare a risultati concreti, ma che in settori molto affollati o competitivi rischia di non bastare. L’esperienza di un SEO specialist, in questi casi, diventa fondamentale.
  2. Gestione di un e-commerce. Il caso di un e-commerce è decisamente più complesso. L’ottimizzazione on page deve interessare, in questo caso, URL, schede prodotto, meta tags e altri aspetti tecnici, ma al tempo stesso è importante che il sito sia veloce (la velocità è fattore di ranking per i motori di ricerca) e che sia provvisto di certificato SSL, cioè che il sito stesso sia raggiungibile mediante protocollo https e sia, quindi, sicuro. Ma non basta, la struttura dell’e-commerce è importantissima e i percorsi di navigazione devono essere chiari per l’utente e al tempo stesso è bene evitare contenuti duplicati, legati per lo più ad articoli afferenti a due o più categorie o sottocategorie. Nel caso di un e-commerce, dunque, l’usabilità è un parametro decisivo e l’aiuto di un consulente SEO può rivelarsi determinante.
  3. Attività di link building. Con la SEO fai da te non è raro incorrere in penalizzazioni che, se automatiche, possono essere difficili da individuare rispetto a quelle manuali e notificate direttamente da Google. Insieme ai contenuti, sono i link a causare, spesso, penalizzazioni. Quali le cause? Essenzialmente attività di link building rischiose, a base di directory e comunicati stampa, scambi di link o compravendite di guest post. Si tratta di strategie SEO estremamente pericolose che, presto o tardi, potranno condurre a penalizzazione. Dopotutto Penguin, da qualche tempo, è entrato nell’algoritmo di core di Google e ciò vuol dire che le attività illecite potranno essere sanzionate molto più velocemente, ma al tempo stesso, una volta ‘ripulito’ il tutto, sarà più facile essere riconsiderati in tempi brevi. Una consulenza SEO svolta da un professionista potrà invece mirare ad acquisire link in modo più naturale, facendo ricorso al digital PR, un’attività più sicura e che porta a risultati migliori.
  4. SEO tecnica. Chi fa SEO da sé, in linea di massima, punta quasi esclusivamente sull’ottimizzazione dei contenuti, il che va benissimo perché i contenuti – testuali e multimediali – sono importantissimi (per l’utente, ma anche per il motore di ricerca) e, quindi, perfezionare i meta tag (titolo e description in primis) e l’URL può effettivamente portare ad un incremento del posizionamento e del traffico. È importante, però, anche esaminare e valutare con attenzione le parole chiave, incluse quelle correlate, e soprattutto correggere una serie di aspetti tecnici che hanno a che fare con il codice HTML del sito. Un esempio su tutti: abbiamo già evidenziato l’importanza di utilizzare SSL, soprattutto nel caso di siti che richiedono il login da parte dell’utente (un e-commerce, per esempio). Gestire il passaggio a https è un’operazione molto delicata, perché occorre fare in modo che il posizionamento sia garantito e non subisca dei crolli. Al tempo stesso bisogna allineare tutti gli strumenti di monitoraggio e analisi (Google Analytics e Search Console) senza commettere errori.
  5. Copywriting e ottimizzazione dei contenuti. Scrivere un buon contenuto non è, quasi mai, sufficiente. È certamente molto importante ottimizzare al meglio il meta title, l’URL e la meta description, ma è ancor più importante, come ricordavamo poc’anzi, individuare le migliori keywords. Per farlo si possono sfruttare diversi tool, molti di questi gratuiti, ma è necessaria un po’ di esperienza per capire quali sono le parole chiave più adatte, analizzando attentamente i volumi di ricerca e il livello di concorrenza della keyword stessa.

Concludendo, quindi, è certamente utile possedere una buona infarinatura di SEO, in modo tale da riuscire a ottimizzare gli articoli o altri tipi di contenuti nel modo migliore, ma in alcuni casi è bene considerare l’eventualità di una consulenza SEO, che possa aiutarci ad ottenere il meglio dal nostro sito.

Come fare per individuare un consulente che faccia al caso nostro? Senza alcun dubbio ricercarlo su Google è un’ottima idea, perché – se non altro – ci permette di capire se ha svolto o meno un buon lavoro di posizionamento e di brand reputation con sé stesso, al tempo stesso è bene analizzare attentamente il suo portfolio di lavori, così da capire se effettivamente si tratta di una professionista capace e in grado di fornirci il supporto richiesto.