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Le sfide imprenditoriali del 2018: cosa dovranno affrontare le maggiori imprese italiane

Per le principali industrie italiane il 2018 si preannuncia come un anno di sfide imprenditoriali da non sottovalutare: alcune hanno chiuso lo scorso anno in bilico e sperano che quello nuovo gli permetta di ripartire, mentre altre hanno lavorato con perizia e si sono preparate la strada per lanciarsi sul mercato internazionale. Vediamo chi saranno i protagonisti di quest’anno e cosa possiamo aspettarci dal loro business.

La tentazione dell’IPO

Il fascino della Borsa e le possibilità che una quotazione può offrire sono una tentazione per molte grandi aziende del nostro paese, soprattutto grazie al favorevole momento del mercato dove la liquidità è spesso pari o inferiore a zero.

Lo sa bene Pirelli, che grazie alla guida del suo CEO Marco Tronchetti Provera, l’anno scorso ha lanciato la sua IPO, dopo una complicata ma vittoriosa operazione di rifinanziamento e restyling dell’impresa, oggi quotata come pure consumer tyre company. Con la raccolta di 2,3 miliardi di euro per il lancio dell’IPO e una capitalizzazione di quasi 7 miliardi, ha ricevuto il plauso come la più grande operazione di quotazione dell’anno, destando il desiderio di emulazione di altri grandi marchi.

Tra le quotazioni alla Borsa di Milano più attese del 2018 ci sono quelle del marchio Furla e di Eatitaly, che sotto la guida di Oscar Farinetti sembra intenzionata a lanciarsi in questa nuova sfida entro la fine dell’anno.

Sembra prossimo anche il lancio dell’IPO da parte di Ntv, ossia la società che gestisce Italo, a coronamento di un anno che ha visto una crescita continua, delle rotte e dei convogli, per garantire una copertura sempre più capillare del territorio. Mentre il Cda dell’azienda, guidata da Flavio Cattaneo e dal Luca Cordero di Montezemolo, sta elaborando le tempistiche della quotazione, è già stato messo insieme un pool di banche italiane e straniere per stabilire il prezzo dell’IPO.

Acquisti e fusioni strategiche

Rimanendo nel settore dei trasporti e delle infrastrutture, è proprio in questo campo che le compagnie italiane saranno messe a dura prova.

Entro pochi mesi, probabilmente dubito dopo le elezioni, dovrebbero concludersi le trattative per la vendita di Alitalia, e nella rosa dei papabili ci sono diverse compagnie straniere interessate.

Oltre ai tedeschi di Lufthansa, che però vorrebbero un’azienda risanata e più piccola, con meno aerei e meno dipendenti, sono in lizza i francesi della Air France, che potrebbero presentarsi in tandem con la compagnia britannica low-cost Easy jet o forse anche con la statunitense Delta Air Lines, che sembra interessata al dossier italiano e detiene il 10% del capitale della compagnia francese.

La vendita sembra l’unica soluzione per Alitalia, già in crisi nell’anno passato e oggi anche minacciata dalla comparsa di un nuovo competitor: è degli inizi dell’anno la notizia che Meridiana ha cambiato nome in Air Italy e intende diventare la compagnia nazionale di riferimento, forte del supporto dell’azionista Qatar Airways.

Sarà inoltre nel 2018 che si vedranno i primi risultati della nuovissima fusione tra Fs spa e Anas, il cui annuncio è stato riportato dal MIT lo scorso 29 dicembre. Dopo il via libera dell’Antitrust, a gennaio è stato firmato il closing di un’operazione iniziata circa 2 anni fa, che ha portato alla creazione di un nuovo gruppo industriale, che integra la gestione di ferrovie e strade, per una rete totale di 44 mila km, e che può contare su un fatturato di 11,2 miliardi di euro, 8 miliardi di investimenti e dotato di risparmi complessivi per circa 800 milioni di euro. Con questi numeri il gruppo darà lavoro a 81mila persone e sembra avere tutte le carte in regola per aprirsi al mercato internazionale, attraverso la promozione di proficue sinergie e la realizzazione di nuove infrastrutture, in Italia e all’estero.

Nuovi piani industriali per nuove opportunità

Anche le società italiane che sono state più in crisi nell’anno passato, con il 2018 sembrano intenzionate a riprendersi e a rilanciare il proprio piano industriale. Dopo i primi incontri tra il Ministero dello Sviluppo Economico, i sindacati e il nuovo investitore dell’Ilva Investco, la società deve affrontare l’ostilità del Comune di Taranto e della Regione Puglia nei confronti del suo piano ambientale. L’obbligo di aspettare il verdetto del Tar di Lecce, potrebbe ostacolare l’acquisizione dell’Ilva da parte di ArcelorMittal, il colosso industriale leader mondiale nella produzione di acciaio.

Anche l’AD di Leonardo Alessandro Profumo, ha detto che l’azienda è pronta a ripartire con un nuovo piano industriale, che punterà tutto sui settori dell’aeronautica, dell’elettronica per la difesa e la sicurezza e dell’elicotteristica. I problemi riscontrati nel 2017 sembrano quindi superati e per quest’anno l’azienda intende incrementare i suoi ricavi, proiettandosi anche sul mercato internazionale grazie al rafforzamento dei propri presidi commerciali all’estero.

Anche Fincantieri è al lavoro sul suo nuovo piano industriale per sistemare la sua posizione all’estero: da diversi mesi sono aperte le trattative con i francesi del Naval Group per definire un percorso di integrazione delle due industrie nel settore strategico militare.