Differenza tra polistirolo e polietilene e campi d’impiego

Per la conservazione e il trasporto degli alimenti vengono utilizzati vari tipi di materiale, scelti sulla base della resistenza e della capacità di isolamento termico. Tra essi, i due forse più utilizzati sono il polistirolo ed il polietilene. Come vedremo, entrambi i materiali hanno caratteristiche importanti dal punto di vista dell’isolamento termico vengono impiegati in diversi settori. Ne abbiamo parlato insieme agli amici di Poliplast, che da più di trent’anni si occupano di imballaggi in polistirolo e polietilene.

Proprietà e caratteristiche del polistirolo

Il polistirolo, detto anche polistirene, è uno dei materiali più utilizzati a livello mondiale.
Esso è composto da carbonio, idrogeno ed aria e dallo stirene, un materiale derivato dal petrolio, e che ne consente l’utilizzo in molti settori diversi.
In commercio si trovano varie versioni del polistirolo. Quello più diffuso, che serve anche per il Food Delivery, è il Polistirene Espanso Sinterizzato (EPS).

È una versione utilizzata soprattutto per gli imballaggi. Lo stirene, presente anche in molti alimenti, ne rappresenta la struttura portante. È il materiale che, una volta espanso, formerà le palline bianche o nere che tutti conosciamo e che proteggono gli alimenti, non soltanto dagli urti, ma anche dalla dispersione termica. Questa particolare proprietà deriva dal fatto di essere composto – al 98% circa – di aria grazie alla sua particolare struttura cellulare. Per questo ha una conduzione del calore molto bassa, pari quasi a zero. È questo, infatti, il polistirolo che viene utilizzato per i contenitori delle mense scolastiche, per le consegne dei riders e delle gelaterie. Un altro tipo di polistirolo utilizzato in ambito alimentare è l’HIPS, impiegato per la realizzazione di piatti e bicchieri.

Una delle caratteristiche più importanti del polistirolo è la sua resistenza agli agenti atmosferici, ai raggi UV e agli sbalzi di temperatura. Le sue proprietà isolanti lo rendono ideale anche per la realizzazione dei “cappotti termici” degli edifici. Il polistirolo è infatti molto utilizzato nel campo dell’edilizia, grazie alla sua resistenza all’acqua, agli acidi minerali e diluiti e alle soluzioni alcaline. Inoltre, esperimenti recenti hanno appurato che, rispetto ad altri materiali usati nell’edilizia come sughero, lana, compensato e cotone, il polistirolo ha tassi di tossicità molto minori.

Il punto di debolezza di questo materiale è la resistenza nulla ai solventi organici, alla benzina ed ai raggi UV.

Grazie alla sua struttura, è utilizzabile fino a 70°C. Il polistirolo è infatti particolarmente resistente al fuoco, motivo per cui viene largamente usato ogni qualvolta si debba tenere sotto controllo la capacità infiammabile di un materiale. Essendo composto di carbonio e idrogeno, in realtà, il polistirolo è combustibile ma brucia senza propagazione. Può essere reso ancor più resistente alle fiamme attraverso l’aggiunta di agenti espandenti ed altri additivi.

Proprietà e caratteristiche del polietilene

Il polietilene è la più comune tra le materie plastiche. La sua struttura è quella di una resina termoplastica, con ottime qualità isolanti. Proprio questa peculiarità permette di impiegare questo materiale in settori produttivi diversi. Si presenta sotto forma di un solido trasparente o bianco. È un materiale molto economico che viene utilizzato, in ambito alimentare, per realizzare contenitori di liquidi, per produrre buste di plastica o recipienti per molteplici usi. Analizziamone insieme i principali.

Le shopper sono una delle destinazioni più frequenti del polietilene, poiché il materiale è biodegradabile e determina, quindi, un minor impatto ambientale rispetto alle tradizionali borse in plastica. Altro utilizzo largamente diffuso è quello per la realizzazione di una pellicola trasparente di grande resistenza – il film stretch – con cui vengono imballati i pallet pronti per le spedizioni. Sempre per gli imballaggi, dal polietilene si realizza il pluriball, una pellicola trasparente a doppio strato con una superficie a bolle d’aria che serve a conservare e proteggere oggetti delicati.
Un uso importante del polietilene è inoltre legato al settore del Food perché idoneo al contatto con gli alimenti, senza alcun pericolo di contaminazione. Con esso si realizzano, per esempio, i cartoni del latte, le bottiglie per succhi e le pellicole trasparenti con cui si possono conservare i cibi, anche in congelatore.
Nell’edilizia il polietilene si dimostra prezioso per le sue capacità impermeabilizzanti.
Con quello ad alta intensità, che si ottiene con una lavorazione particolare, si possono realizzare vere e proprie barriere contro le infiltrazioni di acqua. Anche l’industria dei giocattoli se ne serve, perché è un materiale sostanzialmente atossico e ben lavorabile.

Oltre a questi principali usi, il polietilene serve anche per realizzare i tappi in plastica per bevande, cosmetici e detersivi, mobili da giardino ma anche i tubi per trasportare acqua e gas, che vengono impiegati nei grandi cantieri urbani. Il polietilene trova impiego anche in campo medico. La chirurgia di alta precisione lo utilizza, infatti, per realizzare le protesi. Nell’industria elettrica, si usa invece per produrre i rivestimenti esterni di cavi elettrici di vario tipo.

Come si vede entrambi questi prodotti della sintesi chimica hanno trovato largo uso nella nostra quotidianità, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
Quando vediamo un tappo, per esempio, lo identifichiamo con il marchio della “plastica”
ma in realtà in molti casi è in polietilene e, quindi, risulta assolutamente innocuo per la salute umana. Converrebbe forse abituarsi a controllare i materiali di cui sono composti gli oggetti che utilizziamo, così da poter decidere in modo responsabile cosa utilizzare e come.