Tre vini pugliesi d’eccellenza: Nero di Troia, Susumaniello e Negroamaro

Il tacco dello “stivale italiano” con i suoi 110.000 ettari di viti è la più grande regione vinicola in Italia con il 17% della produzione nazionale.

Situata nel sud-est del paese, la regione Puglia è bagnata dal mare Adriatico ad est e dal mar Ionio a sud. È divisa in cinque sottoregioni, da nord a sud: Daunia, Murge, Valle d’Itria, Magna Grecia e Salento.

Con non meno di 28 DOP (Denominazione di Origine Protetta), 4 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e 6 IGT (Indicazione geografica tipica), sceglierne solo alcuni da consigliare può essere davvero difficile.

Ma per oggi la scelta è ricaduta su queste tre tipologie: Nero di Troia, Susumaniello e Negroamaro, tre evergreen sulla tavola di un buon bevitore.

Nero di Troia: La sorpresa Pugliese

Il Nero di Troia descritto dallo studioso Donato Antonacci, direttore dell’Unità di ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Bari, come il “Vitigno tra i più antichi e caratteristici della Puglia Centro-Settentrionale, potrebbe essere originario dell’Asia Minore (Troia) e giunto in Puglia durante la colonizzazione ellenica”.

Origini dunque molto lontane nel tempo che fanno di questo vino il terzo grande vitigno autoctono e storico della Regione.

A causa di metodi di propagazione errati, mirati soprattutto ad ottenere rese elevate per ettaro, esiste una grande variabilità nelle caratteristiche del Nero di Troia.

Questo vino ha un colore vivace e un bouquet elegantemente fresco con sentori tipici di violetta; non è particolarmente acido al palato, ma è ricco di polifenoli e soprattutto tannini, che possono diventare prepotenti se il vino proviene da uve non perfettamente mature.

La varietà a bacca piccola ha un alto rapporto tra pelle e polpa e le uve stesse sono carnose. Ciò consente una vendemmia successiva e un processo di maturazione più completo per le uve, con la conseguenza che i suoi vini hanno un colore più intenso e tannini più morbidi.

Susumaniello: l’Autoctono di qualità

Il Susumaniello è un vino tipico della provincia pugliese di Brindisi. Il nome è caratteristico, poiché rappresenta il somaro in lingua salentina, un’analogia per esprimere quanto siano carichi di frutti i vari grappoli della vite, carichi come un somaro.

La caratteristica rilevante di questi vini è che nei primi dieci anni di vita della vite, i frutti danno vita a vini poco interessanti e carichi a livello di gusto, infatti vengono utilizzati essenzialmente come rinforzo ad altre tipologie di uve per la produzione di altri vini.

Dopo la prima decade di vita i vini ottenuti da uve Susumaniello si presentano al calice di colore rosso scuro, quasi nero, davvero molto intenso.

Al naso, aromi fruttati, intensi, dall’accento maturo e sentori di spezie, intensificate da eventuali passaggi nel legno. Di solito, al palato il Susumaniello è di piacevole freschezza acida ed il tannino di grande finezza.

 

Il Negroamaro: Il vino del Salento

Il Negroamaro è il vino tipicamente salentino più esportato ed amato all’estero. Il Negroamaro viene utilizzato nella vinificazione da solo o in miscela, tradizionalmente con Malvasia Nera o Susumaniello.

Negli ultimi anni, molti produttori lo hanno anche “sposato” con Primitivo. Da giovane ha un colore rosso rubino intenso, che nel corso degli anni si trasforma in un ricco rosso scuro.

Nei suoi primi 2/3 anni di vita ha un bouquet elegantemente fresco con i tipici aromi di ciliegie selvatiche, frutti di bosco, tabacco, vegetazione mediterranea e radice di liquirizia, così come le versioni non invecchiate nel legno.

Successivamente sviluppa un bouquet di prugne secche, pepe nero, erbe e ginepro. Anche il Negroamaro offre risultati eccellenti se vinificato in rosato con Malvasia Nera con il metodo tradizionale “alzata di cappello” (breve fermentazione con bucce, rimossa quando risalgono in superficie), dando aromi delicati e un vino eccezionalmente bevibile.