Il caffè in grani: i segreti dietro alla sua produzione e degustazione

Una tra le bevande più apprezzate in assoluto, ampiamente diffusa in tutto il mondo e consumata quotidianamente, è senza alcun dubbio il caffè. Qualsiasi persona ha almeno una volta nella vita bevuto una tazza di questa particolare miscela, mentre c’è chi invece lo consuma più volte al giorno. La sua notorietà fa del caffè uno degli alimenti protagonisti nell’alimentazione mondiale. Esistono diversi modi per utilizzare il caffè, tra chi lo compra già macinato e pronto per l’utilizzo, a chi invece preferisce l’acquisto dei grani di caffè da macinare al momento del bisogno, per un aroma più intenso e certamente più fresco. Ecco, dunque, una guida approfondita su questo prezioso alimento e tutto ciò che c’è da sapere sulla sua produzione in grani recuperata in buona parte grazie ad una intervista ad un torrefattore della Mokabar.

L’origine geografica di questa particolare e specifica pianta risale alle coltivazioni impiantate nelle regioni del Sud America, in particolar modo nei paesi del Brasile, Colombia, El Salvador, Guatemala e in Messico. Numerose coltivazioni sono tuttavia diffuse anche in Africa centrale, che copre circa il 10% della produzione mondiale di caffè, e in Asia, dove l’Indonesia fornisce circa la metà dell’intera raccolta in tutto il continente asiatico.

La pianta di caffè appartiene al genere Coffea che si presenta in diverse varianti, come quella arabica, probabilmente la più famosa e caratterizzata da chicchi di forma piatta e allungata e dal sapore dolce, e la Coffea canephora, conosciuta anche come robusta, che rappresenta la varietà più resistente e che porta a un caffè più amaro e corposo. Tra le altre specie si ritrovano poi la Liberica, l’Excelsa, la Mauritiana e la Racemosa.

La famosissima bevanda scura viene ricavata dunque dalla polvere aromatica che si ottiene mediante il processo di macinazione dei grani della pianta tropicale. A seconda del metodo utilizzato per la macinazione e della varietà impiegata, è possibile ricavare caffè con aromi particolari e ricercati, dal sapore intenso e corposo.

Le varietà di caffè e le loro caratteristiche

Se si analizzano nel dettaglio le varietà di caffè più diffuse in tutto il mondo, è possibile scoprire come l’Arabica sia principalmente originaria delle zone dell’Etiopia e dello Yemen. La sua coltivazione ricopre oltre il 70% di tutto il caffè coltivato nel mondo, facendo dell’Arabica la variante predominante e maggiormente distribuita.

La Coffea Canephora, detta anche Coffea Robusta, è invece originaria dell’Africa Occidentale. L’origine del suo nome fa riferimento alla sua particolare resistenza nel crescere anche in zone ricche di intemperie e di malattie. Il chicco della Coffea Canephora contiene quasi il doppio di caffeina rispetto all’Arabica, contribuendo a darle un sapore decisamente più intenso e amaro.

La Coffea Excelsa rappresenta la variante più resistente ai climi estremi. La sua origine, risalente ai primi anni del 1900, risale ad alcune zone del Vietnam e dell’Indonesia, con piantagioni presenti anche in Sierra Leone. Il suo sapore è particolarmente profumato e delicato, simile infatti alla Arabica.

La variante Liberica è apparsa per la prima volta nelle zone della Liberia, da cui prende il nome, e in Costa d’Avorio. Questa particolare varietà risulta estremamente resistente a insetti e parassiti che ne minacciano la naturale crescita e i suoi chicchi sono caratterizzati da aromi forti e decisi.

Come avviene la produzione del caffè in grani

I processi di produzione delle piante di caffè che portano a una corretta elaborazione del prodotto finito sono molteplici, e si articolano in più fasi. La prima in assoluto riguarda certamente la coltivazione. Rispettando le caratteristiche delle singole varietà, vengono anno dopo anni coltivati milioni di piante che producono tonnellate di chicchi di caffè. Quando i frutti della pianta sono sufficientemente maturi si procede alla fase di raccolta, la quale può essere effettuata secondo il metodo picking, ossia una raccolta effettuata per rotazione, in cui i macchinari passano ripetutamente tra le varie piante cogliendo soltanto i frutti maturi, o secondo il metodo stripping, in cui il raccoglitore preleva dalla pianta tutti gli elementi, siano essi frutti maturi, ancora acerbi o marci. Il primo metodo, sebbene garantisca una qualità più elevata, risulta costoso e per questo motivo viene poco utilizzato o impiegato soltanto per i caffè più costosi, il secondo, invece, è tipico delle coltivazioni intensive o per le produzioni di caffè a carattere commerciale.

La fase che segue riguarda poi l’essiccazione che può essere effettuata ad umido, quando si ripongono i diversi chicchi in vasche colme d’acqua e selezionati in base al loro galleggiamento, lasciando poi i frutti a fermentare per un massimo di due giorni, finendo poi con un processo di lavaggio ed essiccazione al sole. Un ulteriore modo per garantire l’essiccazione dei grani di caffè è quella della lavorazione a secco in cui i chicchi vengono essiccati al sole e lavorati continuamente per evitare la proliferazione di funghi o muffe.

Il passaggio successivo riguarda invece la tostatura, ultimo processo che trasforma il chicco in un prodotto pronto per il suo utilizzato. Tale processo viene effettuato grazie a specifici macchinari in grado di raggiungere temperature tra i 200 e i 250 gradi della scala Celsius. Il tempo di tostatura dipende dal chicco e dal tipo di aroma che si desidera ottenere.

Terminata la fase di lavorazione si può successivamente scegliere di macinare il caffè, riducendo i chicchi in polvere pronta per essere impiegata nelle varie macchinette, o lasciarli in grani da macinare specificatamente nel momento del bisogno, così da conservarne il gusto e il sapore della tostatura per più lungo tempo.

In che modo si può consumare il caffè

Una volta ottenuto il prodotto lavorato e finito, i modi in cui poter consumare il caffè sono anch’essi vari e molteplici. Tra il più famoso si ritrova ad esempio il caffè espresso. La sua diffusione è tipicamente caratteristica dell’Italia. Si tratta del classico caffè servito nei bar. La sua preparazione passa attraverso un processo di infusione che avviene sotto alta pressione, grazie al vapore acqueo. Per un ottimo caffè espresso, è importante che la polvere ottenuta dal caffè macinato sia adeguatamente fine e asciutta. Il caffè espresso contiene una percentuale di caffeina più elevata rispetto alle altre varianti e può essere preparato mediante specifiche macchine, che ne garantiscono la conservazione dell’aroma e una consistenza cremosa, o con le classiche moke o caffettiere domestiche. In alcuni casi si distingue il caffè espresso corto o ristretto da quello lungo, quest’ultimo infatti si ottiene con l’aggiunta di più acqua. Il suo effetto è certamente meno eccitante di quello ristretto, ma tuttavia rappresenta la modalità più utilizzata in America e nell’Europa centrale e settentrionale.

Un secondo modo per consumare questa tipica bevanda è quello definito come caffè macchiato. Si ottiene dall’aggiunta di latte caldo, montato, così da risultare spumoso e leggero. Si può accompagnare con una spruzzata di cacao amaro in polvere in superficie o di cannella. Il caffè macchiato, detto anche cappuccino, può anche essere servito freddo.

Esiste poi il caffè corretto, una particolare variante che presuppone l’aggiunta di digestivi di natura alcolica o superalcolica come la grappa.

Esistono poi varianti di caffè al ginseng, una bevanda tipicamente asiatica che aggiunge al classico caffè l’estratto di ginseng.

Quali sono le proprietà del caffè

Il caffè, come detto in precedenza, rappresenta una delle bevande certamente più consumate in tutto il mondo. Le sue proprietà naturali sono ricche di benefici e proprietà particolarmente importanti. Innanzitutto, il caffè svolge un importante ruolo di stimolazione per il sistema nervoso centrale, garantendo un miglioramento della memoria e del ragionamento. Alcuni studi affermano inoltre che le sue proprietà di vaso restrizione aiutino a curare il mal di testa, specie se accompagnato con un paio di gocce di succo di limone. Altri benefici riguardano la riduzione della sensazione di stanchezza e il suo intenso effetto eccitante e stimolante. Proprio a causa di quest’ultimo però, il caffè viene sconsigliato in dosi eccessive per cardiopatici o soggetti sensibili a palpitazioni e a disturbi del ritmo cardiaco.

In conclusione, il caffè rappresenta certamente una tra le bevande più consumate in tutti i paesi del mondo, le sue modalità di utilizzo sono variegate, così come la sua produzione e consumazione. Non rimane dunque che trovare la propria miscela preferita e godersi l’irresistibile gusto di un caffè di qualità, corposo e dall’aroma intenso e deciso.