La cefalea a grappolo è una tre le tipologie di cefalea più dolorose in assoluto e si manifesta con acuti attacchi di dolore su un lato della testa, solitamente intorno l’occhio. Tra le particolarità della cefalea a grappolo evidenziamo il fatto che gli attacchi si ripetono in maniera ciclica, seguendo sempre lo stesso schema ed è proprio da questa caratteristica che deriva il termine grappolo.
I grappoli, ovvero i periodi in cui si manifestano gli attacchi possono variare da alcune settimane a mesi e seguiti, generalmente, da periodi in cui cessano totalmente (periodi di remissione). Lo schema varia da soggetto a soggetto ma, in linea generale possiamo dire che i grappoli si manifestano una o due volte l’anno.
Si tratta di un disturbo raro e che, fortunatamente, non mette in pericolo la vota del paziente. In questo articolo ci occuperemo di spiegarvi bene quali sono i sintomi e le cause scatenanti, le cure solitamente prescritte e tutto quello che c’è da sapere riguardo l’invalidità provocata da questo disturbo.
Cause
Le cause della cefalea a grappolo non sono note con certezza ma, è probabile che sia dovuta al malfunzionamento dell’ipotalamo o che almeno ne sia il principale colpevole.
Le crisi di verificano regolarmente nel corso delle 24 ore, così come anche il ciclo dei grappoli è stagionale. Si ipotizza che in queste ricorrenze possa essere coinvolto anche il nostro orologio bioecologico, l’ipotalamo appunto. Ad accreditare questa teoria, recenti studi hanno dimostrato che durante gli episodi di cefalea l’attività dell’ipotalamo è maggiore.
Diversamente dalla cefalea intensiva e la classica emicrania, quella a grappolo non può essere causata da una scorretta alimentazione, da forti periodi di stress, dal setto nasale deviato o da squilibri ormonali.
Sintomi
Gli episodi di cefalea a grappolo si manifestano senza sintomi premonitori, all’improvviso. Il dolore è fortissimo, penetrante e lancinante.
Gli unici sintomi che talvolta percepisce il paziente, prima degli attacchi di dolore veri e propri che comportano anche difficoltà di parola, sono uno stato di confusione, irrequietudine ed agitazione che portano anche ad avere anche incubi durante le ore di sonno.
Compare poi, in genere, uno dei seguenti sintomi:
- gonfiore intorno gli occhi;
- narice chiusa;
- rossore agli occhi;
- lacrimazione copiosa;
- sudorazione;
- Diminuzione del diametro della pupilla;
Ogni attacco dura circa un quarto d’ora.
La cefalea a grappolo è riconoscibile, con certezza, dopo essersi sottoposti a diversi esami diagnostici prescritti dal vostro medico curante:
- esame neurologico;
- tac;
- risonanza magnetica.
Come curare la cefalea grappolo?
Non esiste una specifica cura per la cefalea a grappolo, lo scopo delle terapie mediche attualmente in uso è quello di diminuire l’entità del dolore e la durata delle crisi. Le cure con farmaci analgesici come aspirina o ibuprofene sono raramente efficaci perché la crisi, generalmente, scompare prima che il medicinale abbia fatto effetto.
La terapia della cefalea a grappolo si basa principalmente sulla prevenzione. Tra i farmaci a rapida azione che, generalmente i medici prescrivono, ricordiamo:
- ossigeno;
- triptani.
Cefalea a grappolo: invalidità
L’invalidità per cefalea a grappolo è prevista solo nei caso in cui la cefalea è la conseguenza di un’altra patologia o quando si tratta di infermità autonoma. Nel caso in cui la cefalea si manifesti in forma talmente grave da compromettere la normale qualità di vita del paziente (appunto malattia autonoma) si parla di cefalea primaria.
A tal proposito la Lombardia, prima regione tra tutte in Italia, ha riconosciuto una valutazione percentuale delle cefalee in ambito di invalidità civile, nello specifico:
- da 0% a 15% per episodi di media-bassa frequenza e soddisfacenti risultati con la terapia;
- da 16% a 30% per attacchi di medio-alta frequenza e scarsi riscontri al trattamento;
- dal 31% al 45% per le forme croniche refrattarie alle cure mediche;
- dal 46% si rientra nelle categorie di lavoro protette.